lunedì 14 gennaio 2008

LETTERA APERTA ALL'ONU

Egregio Signor Segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon,

un criminale condannato a 25 anni di carcere per omicidio è deputato del nostro parlamento ed è il promotore della moratoria sulla pena di morte adottata dall’assemblea che Ella presiede.
Quest’uomo, insieme a tutti i politici che hanno fatto parte della commissione italiana per la promozione della moratoria sulla pena di morte, autentici sepolcri imbiancati, al solo scopo di acquisire “meritevole” visibilità agli occhi dell’ ingenuo elettore italiano, si vantano, con la complicità di tutti i media prezzolati e schierati, di aver conseguito “per l’Italia” un imperituro successo, vanto che contano di spendere furbescamente nella ormai imminente lotta elettorale.Questi politici, molto ben nutriti ed affrancati da ogni bisogno, grazie ad un perverso meccanismo di rimborso elettorale che ha sostituito, con un furbesco colpo di mano di tutta la classe politica italiana, il famigerato finanziamento pubblico dei partiti, abrogato con un referendum, sono adusi a occuparsi di come la Cina amministra la propria giustizia penale, levando alta la loro indignazione, ma senza muovere un dito verso coloro che in Italia condannano a morte occupati e disoccupati, sfrattati, vittime di delinquenti comuni, e quant’altri non fanno parte stabile del corrotto sistema.Signor Ban Ki- Moon, non metto in discussione il sacro valore di ciò che l’ONU ha deliberato, ma è mio intento richiamare la Sua attenzione e l’attenzione di tutti i Membri dell’Assemblea che l’operato dell’Italia non è la traduzione della cultura della redenzione intrinseca al pensiero del nostro grande Beccaria, bensì un ben orchestrato tentativo di fare polvere per nascondere le piaghe del malessere della nostra Nazione che vanta, solo per fare un solo esempio, il più imponente corpo di polizia del mondo e la più agguerrita organizzazione criminale del pianeta, che prospera grazie all’indifferenza delle Istituzioni i cui rappresentanti – spesso corrivi , quando non complici - chiacchierano, dibattono, recitano e poi richiaccherano senza risolvere sostanzialmente nulla.DA QUALCHE PARTE SI LEGGE CHE L’ITALIA È UN PAESE IN DECLINO: NON E’ VERO! E’ ROVINATA, IRRIMEDIABILMENTE ROVINATA, COSI’ COME SEMPRE HANNO PRECONIZZATO UOMINI DI TEMPRA ECCEZIONALE CHE SONO MORTI ASSASSINATI GRAZIE ALLA COLPOSA COMPLICITA’ DI QUELLA GENTE CHE ORA MENA VANTO DI AVERE VINTO LA BATTAGLIA SULLA PENA DI MORTE SEDUTI SULLA BARA DI QUEI MARTIRI.So che Lei non ha poteri di intervento sulle “cose” italiane, però confido nel fatto che Ella, nel presiedere i lavori dell’Assemblea, possa con fermezza richiamare l’ Italia al rispetto della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, del Patto internazionale sui diritti civili e politici e della nostra Costituzione, dove la presenza di postille, distinguo e prescindimenti ne impediscono scientemente la piena attuazione.
Pensi che in Italia c’è chi si commuove alla notizia dei martiri iraniani vittime dei fondamentalisti ayatollah, ma pochi si indignano di fronte alle ingerenze degli ayatollah nostrani, che vero è che non emettono fatwe, ma scomunicano, delegittimano, calunniano chi non è d’accordo con loro, senza fare una piega sulle loro discutibili sentenze di divorzio pronunciate – occhio al marchingegno – dal Tribunale della Sacra Rota, distaccamento in Terra del Tribunale di Dio!
Qui ormai tutti sono contro tutti e l’unica cosa che si capisce è che ognuno bada ai fatti propri: chi può lotta, chi non può soccombe nell’indifferenza generale, se la sua tragedia non si presta ad essere in qualche modo strumentalizzata da una delle fazioni in lotta.Per favore, Signor Ban Ki-moon, indica un’assemblea speciale dedicata alla commemorazione delle Dichiarazioni Universali, cui anche l’Italia ha aderito, e all’avvio di una nuova moratoria: quella sulla legalità democratica.
Signor Ban Ki-moon, l’Italia è a un bivio! Forse un Suo provvido intervento può impedire la completa deriva del mio amato Paese, la guerra civile, il bagno di sangue.Grazie per l’attenzione, semmai riuscirà a leggere questa perorazione, e mi ritenga a Sua disposizione per provare documenti alla mano ciò che in questa lettera sostengo e sosterrò in qualunque altra circostanza sarò chiamato a fare.

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