sabato 12 gennaio 2008

IL DENARO FA' LA FELICITA' ?

Eccome perdiridindina e alla faccia di chi dice il contrario! Che lui, di sicuro, ce ne ha di denaro, e in sovrabbondanza.
Per sapere chi ha ragione basta mettere a confronto il parere di chi è satollo e ben vestito con quello di chi è nudo e meditabondo su ciò che è meglio tra il pane con niente e il niente col pane.
In genere chi ha il denaro ha anche potere, e chi ha potere lesina agli altri ciò che ritiene legittimo per sé. E per acquietare gli altri, cioè gli squattrinati, dice loro che il denaro non fa la felicità.
Woody Allen, il noto attore-regista-clarinettista-jazzista afferma argutamente: se il denaro non puo’ dare la felicita’, figuriamoci la miseria!
E’ una storia che dura e perdura dall’inizio dei tempi, dagli albori della civiltà. L’ invenzione del denaro è, tra gli eventi epocali che hanno scandito l’evoluzione della civiltà, quello tra i più determinanti.
Il denaro è oggi ritenuta, senza dubbio, la leva più importante della nostra epoca, perché è l’indice della potenza economica di una nazione (e anche, paradossalmente, della sua fragilità).
Il costume moderno ci indica esplicitamente che se si possiede denaro si è affidabili e ambiti. Anche chi, purtroppo, il denaro non lo guadagna ma lo sottrae con destrezza o violenza al prossimo. Quando ciò succede la vittima è portata a pensare che forse è meglio non averne di denaro, ma poi il tempo lenisce ogni turbamento e l’amore per il denaro torna a vivificarsi.
Va da sé che il denaro che si possiede non è mai sufficiente: i ritmi della vita moderna ci impongono abitudini di spesa che profilano un certo irrinunciabile stile di vita. E più se ne ha bisogno meno se ne trova!
Tutti sono a caccia di denaro, persino chi lo demonizza: lo attira a se seducendo il possessore con mirabolanti promesse di felicità ultraterrena, di cornucopiali ricompense in terra e in cielo, di liberazione dal peso della colpa del possesso.
Si pensi, per esempio, a quei vegliardi in agonia che, ben irretiti in vita e temendo la dannazione eterna della propria anima, “donano” i loro averi a quella o talaltra istituzione “caritatevole”, quasi sempre clericale, facendo in punto di morte quello che non avrebbero mai sognato di fare in vita: la carità! Perchè? Perché col denaro i poveretti pensano di comprare anche la buona vita eterna. Potenza del denaro!
Se possiedi denaro hai tanti amici, estimatori, ammiratori, sodali. Se non ne hai alla fine rimani solo, come l’ultimo dei “quattro amici al bar”, a meditare sui progetti non decollati, sugli obbiettivi mancati, sulla superficialità della gente incoerente, che parla e parla e parla e parla e…imbocca poi la strada del miraggio del denaro.
E’ opinione comune che le banche offrono denaro a chi non ne ha bisogno e lo negano invece a chi ne saprebbe fare buon uso. Quando si porta denaro in banca sono tutti gentili e premurosi, pronti a stendere passatoie rosse sul percorso del correntista. Quando invece il medesimo tenta di prelevare più di quello che ha poco ci manca a che il suo percorso venga poi disinfettato!
Chi non vorrebbe essere al posto di Paperon de Paperoni? Chi alza la mano o è un ipocrita patologico o è un santo, cioè non è comunque una persona normale.
Ciò non vuol dire che il Denaro è Uber Alles, al di sopra di tutto, non vuol dire che bisogna adorarlo, ma volergli bene sì, rispettarlo sì, non sprecarlo e dare a Lui la possibilità di crescere e moltiplicarsi!
La vera verità è che il denaro fa comodo a tutti perché, traducendo Aristotele, i latini dicevano: "primum vivere, deinde filosofare". E per vivere, magari infelici ma sereni, ci vogliono i denari: non c’è scampo!

1 commento:

Anonimo ha detto...

bravo pero forza milan